venerdì 11 settembre 2015

Sant'Andrea Avellino e la salute delle anime

Carissimi fratelli e sorelle, oggi voglio parlarvi di un santo che è diventato tale grazie alla sua condotta di vita improntata sul Vangelo. Il nome di questo santo - di cui vi ho già parlato - è Andrea Avellino, Chierico Regolare Teatino.
«Per poter degnamente ammirare lo zelo di Andrea, di cui diede egli un saggio nella sua età giovanile, bisognerebbe rinnovasse quel prodigio, che operò dopo la sua morte, quando si mostrò tutto ricoperto di gloria, con una gran fiamma sfavillante di lucidissimi splendori, che gli uscivano dal petto, in prova di quel gran fuoco d'amore verso delle anime, di cui ardeva in questa vita. Ma se non ripete ora tali prodigi in argomento del suo zelo, le sue stesse proteste ne sono una chiara prova. Con uno spirito fervoroso e ingenuo soleva dire: "La speranza di poter giovare alle anime e d'assicurarle del paradiso esser il miele, che radolciva le amarezze della sua vita sempre travagliosa e stentata; stimarsi indegno del nome di servo di Dio, se non desiderasse con tutto l'ardore di spargere il sangue per la salute del prossimo, e se di questa grazia era immeritevole perché peccatore, bramava almeno di spargere continui e copiosi autori, non risparmiando qualunque fatica ed incomodo; non cercare da Dio altro premio di queste sue fatiche, che anime; sentire egli tale desiderio di convertir anime, quale il sentì il divin Redentore nella conversione della Samaritana, unica meta di tutti i pensieri ed azioni sue; insomma, essere egli prontissimo anche per un'anima sola a sacrificare la propria vita".
Questi suoi detti sono comprovati da fatti innumerevoli, che dimostrano come il cuor suo ardesse di quel fuoco di carità, che non dice mai basta, non saziandosi mai di fatiche e di patimenti per la salute delle anime. Infatti egli era di continuo in moto a rintracciar le pecorelle di Cristo smarrite, o a condurre a' pascoli più sostanziosi le pecorelle fedeli, e per questo motivo lasciava spessissime volte di prendere il necessario nutrimento e vegliava le intere notti». (Padre Gaetano Maria Magenis, Sacerdote dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini, "Vita di sant'Andrea Avellino, Chierico Regolare Teatino" - volume primo - Collana di Vite di Santi, Anno XX, Dispensa 119, Pagine 22 e 23, Monza 1870)
Il nostro amato sant'Andrea iniziò a vivere in stato di caritatevole immolazione sin dalla giovinezza perché un tempo nelle famiglie si esortavano i bimbi a desiderare con amore la santità.
Ai giorni nostri, purtroppo, molti bambini non vengono neppure mandati al Catechismo per cui arrivano alla maggior età ignoranti di Cristo. Come si può permettere che la società si secolarizzi così tanto?
Carissimi fratelli e sorelle, mettiamoci con umiltà alla scuola dei Teatini per imparare a cercare prima di tutto il Regno di Dio e la sua Giustizia.
Un abbraccio, Elia

sabato 5 settembre 2015

Restiamo saldi nella speranza del Vangelo

Carissimi fratelli e sorelle, la Chiesa Cattolica nell'odierna liturgia ci chiede di fermarci un momento a riflettere sulla Lettera ai Colossesi di San Paolo Apostolo.
«Fratelli, un tempo anche voi eravate stranieri e nemici, con la mente intenta alle opere cattive; ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui; purché restiate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunciato in tutta la creazione che è sotto il cielo, e del quale io, Paolo, sono diventato ministro». (Colossesi 1 ,21-23)
Paolo ci dice che, una volta conosciuto Cristo, non possiamo più avere la mente piena di odio e di disprezzo per il prossimo.
Gesù è morto per portarci al Padre candidi come la neve. Lo ha fatto cancellando il nostro peccato con l'effusione del Suo Sangue.
Cosa dobbiamo fare noi per poterci presentare in modo degno dinanzi al Padre?
Una cosa che possiamo - dobbiamo - fare è quella di leggere e meditare (magari con la Lectio Divina) il Vangelo che ogni giorno la Chiesa Cattolica ci propone. Lì troveremo spunti e suggerimenti per vivere da veri Cristiani alla sequela di Gesù.
Qualcuno potrà dire è una cosa difficile ed io gli dico che ha ragione ma da quando in qua le cose belle non costano un po' di sacrificio?
Carissimi fratelli e sorelle, spero che questa mia riflessione vi possa essere utile per vivere con maggiore gioia la bellezza dell'essere figli di Dio.
Un abbraccio, Elia

martedì 1 settembre 2015

La fanciullezza di sant'Andrea Avellino

Carissimi fratelli e sorelle, con questa riflessione inizia un percorso sulla Spiritualità Teatina che ci permetterà di avanzare nel nostro cammino di santità.
Oggi inizio col parlarvi di sant'Andrea Avellino. Di lui dovete assolutamente sapere che «Ancora di tenerissima età dimostrò Andrea una grande inclinazione alle opere di pietà e in modo particolare una gran divozione alla santissima Vergine: ne recitava ogni giorno in ginocchio il santo e ne venerava con piccoli, ma distinti ossequj, le immagini disposte sopra altarini da lui costrutti.
Allorché vedeva gli altri fanciulli di sua età trastullarsi in giuochi puerili, egli, con sentimenti più assennati, giudicando que' trattamenti leggierezze e vanità, si ritirava o in chiesa o in casa innanzi ai suoi altarini, ed ivi con preghiere e con sospiri faceva la sua conversazione con Dio e colla santissima sua Madre.
Consolatissimo l'arciprete di Castronuovo, suo zio, di vedere nel nipote un'indole inclinata alla pietà, pensò di fargli apprendere di buon'ora, insieme co' primi rudimenti della grammatica, le notizie della santa fede, di cui il buon giovinetto s'impossessó sì bene, che in quella tenera età fu destinato per maestro agli altri fanciulli.
E qui incominciò a consecrare la sua puerizia alla salute delle anime, nel qual santo servizio egli consumó poi la lunga sua vita.
Compiuto il corso grammaticale fu mandato a Senise, terra poche miglia distante da Castronuovo, per applicarsi all'acquisto delle belle lettere; dov'egli però, bramoso di adornarsi più di sante virtù, che di scienze, volle che le sue prime diligenze si dedicassero in modo particolare alla divozione.
Quindi la mattina sbrigatosi di buon'ora dal sonno, ai doveri della scuola faceva sempre precedere la santa orazione in casa, e l'ascoltatore la Santa Messa in chiesa; come pure terminato lo studio si ridonava ad altri esercizi divoti, e declinando le conversazioni oziose de' compagni voleva ricevere tutto il suo sollievo dal trattar solo con Dio.
Bell'esempio alla gioventù studiosa de' nostri tempi, la quale per lo più trascurando la vera scienza della salute, pensa unicamente al possedimento di quelle cognizioni, che d'ordinario hanno per termine la vanità e la superbia!». (Padre Gaetano Maria Magenis, Sacerdote dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini, "Vita di sant'Andrea Avellino, Chierico Regolare Teatino" - volume primo - Collana di Vite di Santi, Anno XX, Dispensa 119, Pagine 8, 9, 10, Monza 1870)
Carissimi fratelli e sorelle, la santità è per tutti ma, soprattutto, consiste nelle piccole cose come, ad esempio, recitare in ginocchio il Santo Rosario di fronte ad un altarino "fai da te". Cerchiamo di prendere esempio da questo santo. Non potrà che farci del bene.
Un abbraccio, Elia.