martedì 1 settembre 2015

La fanciullezza di sant'Andrea Avellino

Carissimi fratelli e sorelle, con questa riflessione inizia un percorso sulla Spiritualità Teatina che ci permetterà di avanzare nel nostro cammino di santità.
Oggi inizio col parlarvi di sant'Andrea Avellino. Di lui dovete assolutamente sapere che «Ancora di tenerissima età dimostrò Andrea una grande inclinazione alle opere di pietà e in modo particolare una gran divozione alla santissima Vergine: ne recitava ogni giorno in ginocchio il santo e ne venerava con piccoli, ma distinti ossequj, le immagini disposte sopra altarini da lui costrutti.
Allorché vedeva gli altri fanciulli di sua età trastullarsi in giuochi puerili, egli, con sentimenti più assennati, giudicando que' trattamenti leggierezze e vanità, si ritirava o in chiesa o in casa innanzi ai suoi altarini, ed ivi con preghiere e con sospiri faceva la sua conversazione con Dio e colla santissima sua Madre.
Consolatissimo l'arciprete di Castronuovo, suo zio, di vedere nel nipote un'indole inclinata alla pietà, pensò di fargli apprendere di buon'ora, insieme co' primi rudimenti della grammatica, le notizie della santa fede, di cui il buon giovinetto s'impossessó sì bene, che in quella tenera età fu destinato per maestro agli altri fanciulli.
E qui incominciò a consecrare la sua puerizia alla salute delle anime, nel qual santo servizio egli consumó poi la lunga sua vita.
Compiuto il corso grammaticale fu mandato a Senise, terra poche miglia distante da Castronuovo, per applicarsi all'acquisto delle belle lettere; dov'egli però, bramoso di adornarsi più di sante virtù, che di scienze, volle che le sue prime diligenze si dedicassero in modo particolare alla divozione.
Quindi la mattina sbrigatosi di buon'ora dal sonno, ai doveri della scuola faceva sempre precedere la santa orazione in casa, e l'ascoltatore la Santa Messa in chiesa; come pure terminato lo studio si ridonava ad altri esercizi divoti, e declinando le conversazioni oziose de' compagni voleva ricevere tutto il suo sollievo dal trattar solo con Dio.
Bell'esempio alla gioventù studiosa de' nostri tempi, la quale per lo più trascurando la vera scienza della salute, pensa unicamente al possedimento di quelle cognizioni, che d'ordinario hanno per termine la vanità e la superbia!». (Padre Gaetano Maria Magenis, Sacerdote dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini, "Vita di sant'Andrea Avellino, Chierico Regolare Teatino" - volume primo - Collana di Vite di Santi, Anno XX, Dispensa 119, Pagine 8, 9, 10, Monza 1870)
Carissimi fratelli e sorelle, la santità è per tutti ma, soprattutto, consiste nelle piccole cose come, ad esempio, recitare in ginocchio il Santo Rosario di fronte ad un altarino "fai da te". Cerchiamo di prendere esempio da questo santo. Non potrà che farci del bene.
Un abbraccio, Elia.

1 commento:

  1. Molto bello Elia, Padre Giuseppe usava molto gli esempi dei santi.

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