domenica 26 aprile 2015

Papa Karol santo da un anno

Carissimi fratelli e sorelle, dopo la recita del Regina Coeli il Santo Padre ha detto: "Saluto con affetto tutti i pellegrini provenienti da Roma, dall’Italia e da vari Paesi, in particolare quelli venuti numerosi dalla Polonia in occasione del primo anniversario della canonizzazione di Giovanni Paolo II
Carissimi, risuoni sempre nei vostri cuori il suo richiamo: “Aprite le porte a Cristo!”, che diceva con quella voce forte e santa che lui aveva. Il Signore benedica voi e le vostre famiglie e la Madonna vi protegga". (Papa Francesco, Regina Coeli, 26 aprile 2015)
Il nostro Gruppo di Preghiera "Cristo vive in me" è nato per far conoscere la figura e la spiritualità di san Giovanni Paolo II e per diffondere nel mondo la devozione all'Immacolata e al Sacro Cuore di Gesù per cui le parole del Santo Padre non possono che farci piacere.
Carissimi fratelli e sorelle, per festeggiare questo primo anniversario da santo del nostro Papa Karol, preghiamo per le persone colpite da un forte terremoto in Nepal. Facciamo sentire loro la nostra vicinanza nella preghiera!
Un abbraccio, Elia.


giovedì 23 aprile 2015

Trasmettiamo la Fede ai bambini

Carissimi fratelli e sorelle, un grande Vescovo cattolico, parlando della Formazione Religiosa dei bambini fra gli 0 e i 6 anni, ha scritto: "Mi capita talvolta di pensare alla fatica che facevo per apprendere le nozioni della scuola e, per contro, alla facilità e durevolezza con cui ho assorbito quanto mi è stato comunicato dall’esperienza, fin dai primi anni di vita. Se i miei genitori avessero atteso l’età scolare per insegnarmi a parlare, probabilmente non avrei più imparato, proprio perché i primi anni della vita sono di un’importanza capitale. Lo stesso sarebbe successo se avessero atteso che io fossi grandicello per trasmettermi un comportamento corretto o per insegnarmi cosa è bene e cosa è male. Sono profondamente riconoscente a loro, perché subito e con semplicità hanno iniziato a introdurmi nei valori, ancorandoli alla dimensione religiosa, che presenta in un Dio che è Padre, l’origine e il sostegno dell’esistenza, in Gesù, bimbo a sua volta, il compagno fedele che indica la strada giusta e lo Spirito con cui affrontare le diverse situazioni della vita. Quando poi mi parlavano del nonno che era già in paradiso, parlavano certamente come ci si esprime nei confronti di un bambino, ma già ponevano le basi per farmi comprendere che l’esistenza ha un senso, il cammino della vita ha una meta e la felicità non è un’aspirazione irrealizzabile.
Provo una grande pena per quei bimbi i cui genitori rimandano ogni discorso religioso ad un’età più matura, o l’affidano ad altre persone  mentre, proprio pronunciati dalla bocca del papà e della mamma, i nomi del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo hanno per il figlio bambino un’eloquenza che non sarà più possibile realizzare attraverso la bocca di qualsiasi maestra, catechista o sacerdote. Perché la verità di quei nomi è strettamente legata alla verità che, senza parole, è annunciata al figlio dalle figure  stesse della madre e del padre". (Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Francesco Ravinale, Vescovo di Asti, Lettera Pastorale 2006/2007 sulla Catechesi dei Bambini in età pre-scolare "Famiglia e Dono della Fede")
Come molti di voi sanno consiglio sempre ai genitori di recitare le preghiere del mattino e della sera con i bambini perché la Fede si impara vivendola e si vive in modo comunitario.
È bellissimo vedere genitori che vanno a Messa con i loro bimbetti per vivere assieme il Giorno del Signore, non trovate?
Carissimi fratelli e sorelle, monsignor Ravinale ci ha detto delle cose molto profonde che, come Cattolici, dobbiamo per forza meditare: facciamolo!
Prima di salutarvi vi chiedo di pregare per la salute e le intenzioni del Vescovo di Asti e del Vescovo di Roma.
Un abbraccio, Elia.

mercoledì 22 aprile 2015

Siamo disponibili al perdono?

Carissimi fratelli e sorelle, uno degli aspetti della nostra fede più difficili da mettere in pratica è quello del perdono. Purtroppo noi Cattolici non sempre sappiamo perdonare e questo purtroppo non fa piacere al Padre.
Proprio per questo, oggi, voglio condividere con voi una bella riflessione del mio amato Vescovo Giuseppe: "Beneficiati dalla misericordia e dal perdono di Dio, i discepoli del Signore sono chiamati, a loro volta, ad aprirsi al perdono dei fratelli, a darlo e a chiederlo. Per questo Gesù chiede di riconciliarsi con il fratello prima di presentare la propria offerta al Signore (cfr. Matteo 5, 23). Esplicito è il richiamo di san Paolo: "Non tramonti il sole sulla vostra ira". (Efesini 4, 26) Il perdono reciproco è non solo espressione di amore fraterno, ma è rivelatore della sincerità della richiesta a Dio: "Perdonate e sarete perdonati". (Luca 6, 37)
Il discepolo del Signore non solo deve perdonare sempre, ma la misura del suo perdono è quella di Dio: "Come il Signore ci ha perdonato, così fate anche voi". (Colossesi 3, 13) Non è facile il perdono ai fratelli. Gesù ne è consapevole. Per questo invita a pregare il Padre: "Perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore". (Luca 11, 4)". (Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Giuseppe Cavallotto, "Cristiani si diventa - Chiamati a essere discepoli del Signore", Nota Pastorale per il biennio 2010-2012, pagina 18)
Carissimi fratelli e sorelle, il mio Vescovo ci ha spiegato che il perdono non è facile ma è indispensabile per i Cattolici. Lo ha fatto citando più volte la Scrittura perché la Chiesa Cattolica affonda le proprie radici nella Parola di Dio.
Prima di congedarmi da voi, quindi, mi permetto di invitarvi a leggere e meditare spesso e volentieri la Bibbia.
Un abbraccio, Elia.

martedì 21 aprile 2015

Violentata e uccisa una suora in Sudafrica

Carissimi fratelli e sorelle, purtroppo quest'oggi vengo a voi con una riflessione molto triste visto che ho appreso dal web che è stata uccisa una religiosa missionaria.
"Una suora missionaria austriaca di 86 anni, Suor Stefani Tiefenbacher CPS (Suore Missionarie del Preziosissimo Sangue), è stata uccisa nella notte tra sabato 19 e domenica 20 aprile nella sua camera, nella missione del Sacro Cuore di Ixopo, nella provincia del KwaZulu-Natal, nell’est del Sudafrica. Lo rende noto l'Agenzia Fides. Secondo le notizie pervenute a Fides, una consorella intorno alle 3 del mattino di domenica ha trovato il corpo di suor Tiefenbacher: era legata e imbavagliata. La religiosa è morta soffocata. Prima di morire avrebbe subito anche una violenza sessuale. Suor Tiefenbacher era in missione da 60 anni e si dedicava ai bambini poveri della locale comunità.
La suora uccisa era originaria di Kirchberg an der Pielach, nella diocesi austriaca di St. Pölten. Il direttore dell'ufficio missionario della diocesi, padre Benno Maier, che la conosceva personalmente, la descrive come una persona "aperta, solare e affabile". Con la sua presenza, dice, aveva "insegnato e mostrato la bontà e la gentilezza di Dio". Per il 2 maggio è stata organizzata una liturgia funebre in sua memoria". (Fonte: "Avvenire" del 21 aprile 2015)
Queste notizie fanno molto male; non si vorrebbero mai sentire cose simili ma purtroppo il demonio esiste e continua la sua opera di diffusione del male.
Carissimi fratelli e sorelle, per favore, offrite la prima Santa Messa a cui prenderete parte per l'anima di Suor Stefani. Sono sicuro che l'Immacolata l'avrà già condotta al cospetto del Padre ma, se così non fosse, la nostra preghiera sarà utile e gradita.
Già che ci siete pregate un po' anche per me povero peccatore.
Un abbraccio, Elia.

lunedì 20 aprile 2015

I Sacerdoti e i Religiosi non vestano in abiti civili

Carissimi fratelli e sorelle, oggi pomeriggio ho salutato un sacerdote vestito in abiti civili e senza Croce. Una signora, quando il sacerdote è passato, mi ha detto: «Ma quello lì è un prete? Non lo avrei mai detto. Come mai non indossano l'abito, si vergognano?».
Io mi son limitato a dirle: «Sa come si dice? L'abito non fa il monaco. Preghiamo per lui». Non potevo mica dire che pure io preferirei i Sacerdoti in talare!
Arrivato a casa, però, mi sono andato a documentare in merito e ho trovato un bel pensiero del Vescovo che incise molto nella vocazione di san Giovanni Paolo II: "L'abito non è un indumento come gli altri costumi, ma è una professione di fede davanti agli uomini, è una coraggiosa testimonianza a Cristo, è ammettere di appartenere alla Chiesa.
Togliere l'abito è come togliere la croce lungo la strada, perché non mi ricordasse di Dio". (Cardinal Stefan Wyszynski, Primate della Polonia dal 1948 al 1981)
Come ben sostengono i Chierici Regolari Teatini su Facebook: "l'argomento che un Sacerdote senza un segno distintivo è più vicino alla gente non convince perché se la gente cerca un contatto con lui e vuole parlargli lo fa perché è sacerdote" non perché è bello o moderno.
Quando vediamo i nostri Sacerdoti senza la talare o il clergyman (camicia con colletto bianco) facciamoglielo notare con gentilezza e senza tono di accusa o giudizio.
Le persone, vedendo un prete, potrebbero aver voglia di parlare di cose spirituali ma se non sanno che l'uomo che hanno di fronte è un uomo di Dio come fanno?
Carissimi fratelli e sorelle, preghiamo tanto per i nostri Sacerdoti perché la loro perseveranza e la loro santificazione dipende anche da noi.
Un abbraccio, Elia.

domenica 19 aprile 2015

Papa Francesco ci chiede preghiere per i migranti

Carissimi fratelli e sorelle, questa mattina, dopo la recita del Regina Coeli, il Santo Padre ha detto che: "stanno giungendo in queste ore notizie relative ad una nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo. Un barcone carico di migranti si è capovolto la scorsa notte a circa 60 miglia dalla costa libica e si teme vi siano centinaia di vittime. Esprimo il mio più sentito dolore di fronte a una tale tragedia ed assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il mio ricordo e la mia preghiera. Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre; cercano una vita migliore. Cercavano la felicità... Vi invito a pregare per questi fratelli e sorelle". (Francesco, Regina Coeli del 19 aprile 2015)
Carissimi fratelli e sorelle, come fondatore di questo Gruppo di Preghiera non posso non accogliere la richiesta del Santo Padre. Vi unite a me? Sono sicuro di si!
Un abbraccio, Elia.