mercoledì 30 dicembre 2015

Auguri di Buon 2016!

Carissimi fratelli e sorelle, questa mattina il Santo Padre ha detto:
"L’icona del presepio che contempliamo in questi giorni aiuti voi, cari giovani, a imitare la Santa Famiglia, modello dell’amore vero. 
Sostenga voi, cari ammalati, ad offrire le vostre sofferenze in unione a quelle di Gesù per la salvezza del mondo. 
Incoraggi voi, cari sposi novelli, a edificare la vostra casa sulla roccia della Parola di Dio, rendendola, sull’esempio di quella di Nazaret, un luogo accogliente, pieno di amore, di comprensione e di perdono". (Papa Francesco, Udienza Generale di mercoledì 30 gennaio 2015)
Carissimi fratelli e sorelle, unendomi al Santo Padre auguro a tutti voi ed alle vostre famiglie un Buon 2016. Questo nuovo anno porti a tutti ed a ciascuno tanta pace, tanta serenità e tanto amore per il prossimo.
Un abbraccio, Elia.

giovedì 24 dicembre 2015

Nell'Anno della Misericordia sicura speranza della salvezza

Carissimi fratelli e sorelle, nella vigilia del Santo Natale vengo a voi con questa mia riflessione per parlarvi di un tema tanto caro al Santo Padre quanto al primo Papa Pietro: la speranza della salvezza.
Vi ho parlato di san Pietro perché fu proprio lui che - rivolgendosi ai Cristiani dell'Asia Minore - scrisse:

  • "nella sua grande misericordia egli [il Signore] ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce". (1 Pietro 1, 3-4)
  • "siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po' afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto". (1 Pietro 1, 6-8)
  • "amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna". (1 Pietro 1, 22-23)
In questo Anno Santo, secondo me, dobbiamo meditare con molta attenzione la Prima Lettera di San Pietro Apostolo perché in pochissimi versetti ci esorta a riflettere sul fatto che

  1. Dio ci ha rigenerati dal peccato e dalla morte con la misericordiosa immolazione del suo Unigenito Figlio;
  2. Dio permette che attraversiamo momenti di sofferenza e di afflizione per farci capire che solo con la fede nella sua Parola possiamo trovare la forza per affrontare le difficoltà della vita;
  3. Dio ci chiama ad amarci gli uni gli altri come Lui stesso ha amato noi. Su questo punto vorrei soffermarmi un momento perché - a mio avviso - è il più complicato da mettere in pratica. Infatti come si può amare una persona che ci sta antipatica? Perché bisogna amare chi ci offende? Per quale motivo bisogna amare chi con noi non ha nulla a che spartire? La risposta è solo una: Gesù in croce!
Quando Gesù effuse volontariamente il Suo Sangue sulla croce non lo fece solo per le Pie Donne, per i suoi amati Dodici o per i suoi amici... Gesù si immolò per tutti, anche per quelli che lo frustarono, gli sputarono e lo vilipesero.
Un filosofo disse che "si inizia a morire nel momento in cui si viene alla luce" ed aveva ragione perché con la nascita inizia il nostro pellegrinaggio terreno che si conclude nel momento in cui il Signore decide di ricongiungerci a Sé.
Carissimi fratelli e sorelle, questa notte Gesù verrà di nuovo in mezzo a noi per iniziare il Suo pellegrinaggio terreno al nostro fianco. Come ogni anno facciamo un buon proposito per l'anno che viene e cerchiamo di tenerlo presente in ogni confessione che faremo di qui al prossimo Natale.
L'amicizia di Gesù è il dono più grande che abbiamo: non sciupiamola.
Con la certezza che il Bambino Gesù ci ama infinitamente e che la nostra Mamma Immacolata ci accudisce come bimbi in fasce vi saluto, vi abbraccio e vi auguro un Santo Natale.
Andrea Elia Rovera
Fondatore del Gruppo Cvm Cuneo

P.s.
Lo chiede il Papa e lo chiedo anch'io: "Per favore non dimenticatevi di pregare per me".

martedì 8 dicembre 2015

Nel giorno dell'Immacolata breve riflessione sui Consigli Evangelici

Carissimi fratelli e sorelle, nel giorno in cui la Chiesa Cattolica celebra la Solennità dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima e nel giorno in cui il Santo Padre ha aperto la Porta Santa - dando così inizio al Giubileo della Misericordia - ho fatto la mia riflessione sull'importanza e il valore dei Consigli Evangelici.
L'ho fatto seguendo una traccia preparata dalle Suore della "Fraternità Buon Samaritano" di Bovalino (Reggio Calabria) che scrivono:
CASTITA’: Mediante il consiglio evangelico della castità, che “comporta l’obbligo della continenza perfetta nel celibato” (canone 599), vogliamo esprimere la nostra appartenenza totale a Cristo, offrendogli tutto ciò che siamo: corpo, energie, amore, volontà, sentimenti, vivendo in rapporto sponsale con Lui.
Convinti che Cristo solo è il centro della nostra esistenza vogliamo ricondurre a Lui i nostri affetti, scegliendolo come unico sommo bene, “perché forte come la morte è l’amore”.
POVERTA’: Dio Padre ci ha chiamati a seguire Cristo, il Figlio dell’uomo che “non ha dove posare il capo” (Matteo 8, 20); la povertà evangelica assunta come stile di vita è pertanto segno che annuncia ai fratelli la disponibilità a farsi pellegrini per le strade degli uomini come Gesù Buon Samaritano.
Scegliamo di fare nostro uno stile di vita semplice, essenziale, che si evidenzi tanto negli abiti che indossiamo quanto negli ambienti in cui viviamo. Ci poniamo in continuo discernimento tra ciò che è necessario e ciò che è superfluo, tra ciò che può servire ai fini della missione e ciò che soddisfa solo esigenze personali, secondo l’invito di Gesù: “ Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno...”. (Luca 9, 3)
OBBEDIENZA: Il consiglio evangelico dell’obbedienza trova il suo significato profondo in una visione di fede che ci permette di aderire pienamente e prontamente come Maria, al progetto del Padre per la salvezza dei fratelli, sapendo di offrire il dono della propria libertà in conformità a Cristo che offrì se stesso fino alla morte e alla morte di croce (Filippesi 2, 8). 
Leggendo e meditando ciascuno di questi paragrafi ho pensato a Maria Immacolata.
Come ha vissuto Lei la castità?
Come ha vissuto ed insegnato al piccolo Gesù la povertà?
Come ha fatto ad obbedire senza indugi alla volontà del Padre che Le ha chiesto di diventare la Madre del Salvatore?
Carissimi fratelli e sorelle, questo Anno Santo sia per noi occasione speciale di riflessione sulla nostra vita di cristiani, sulla nostra vita di figli e sulla nostra vita di fratelli e sorelle in famiglia, sul lavoro, a scuola, ecc...
Con la speranza che questa mia riflessione vi sia d'aiuto vi saluto e vi abbraccio chiedendovi la cortesia di pregare per me povero peccatore.
Andrea #Elia Rovera
Fondatore del Gruppo Cvm Cuneo



venerdì 20 novembre 2015

Il Gruppo Cvm Cuneo saluta Mons. Giuseppe Cavallotto

Carissimi fratelli e sorelle, questa sera desidero scrivere una riflessione per ringraziare e salutare quello che per me è stato un autentico padre.
Mons. Giuseppe Cavallotto nasce a Noche, frazione di Vinchio, in provincia e diocesi di Asti, il 13 febbraio 1940.
Studia presso il seminario vescovile di Asti.
Il 29 giugno 1964 è ordinato presbitero per la diocesi di Asti.
Direttore del seminario minore diocesano, nel 1967 si trasferisce a Roma per completare gli studi e conseguire la laurea in scienze dell'educazione presso l'ateneo pedagogico salesiano e, nel 1984, il dottorato. Assistente ecclesiastico centrale nell'ufficio nazionale di Azione Cattolica e responsabile della catechesi nel settore ACR dal 1969 al 1979, membro della commissione CEI per la stesura del catechismo dei preadolescenti dal 1973 al 1982, nel 2004 viene nominato rettore magnifico della Pontificia Università Urbaniana.

Il 24 agosto 2005 viene nominato vescovo delle diocesi unite in persona episcopi di Cuneo e di Fossano da papa Benedetto XVI; succede a Natalino Pescarolo, ritiratosi per raggiunti limiti di età. Il 15 ottobre dello stesso anno riceve l'ordinazione episcopale, nella cattedrale di Fossano, dal cardinale Severino Poletto, coconsacranti l'arcivescovo Paolo Romeo ed il vescovo Francesco Guido Ravinale.
In un'intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale, pubblicata il 5 ottobre 2014, esprime le proprie riflessioni su alcuni temi in discussione al Sinodo della famiglia, sulle coppie separate o divorziate e sulle unioni tra persone dello stesso sesso.
Il 9 ottobre 2015 papa Francesco accetta la sua rinuncia al governo pastorale delle diocesi di Cuneo e di Fossano per raggiunti limiti d'età; gli succede Piero Delbosco, del clero dell'arcidiocesi di Torino, finora parroco a Poirino.
Quando nel mio cuore nacque l'idea di dar vita al Gruppo di Preghiera "Cristo vive in me" scrissi al Vescovo Giuseppe il quale mi diede la Sua paterna benedizione. Da allora sono passati alcuni anni ma noi del Gruppo Cvm Cuneo non abbiamo mai smesso di pregare un solo giorno per il nostro amato Vescovo, pastore e padre.
Carissimi fratelli e sorelle, prima di concludere voglio dire, col cuore pieno di commozione, che porterò per sempre nel cuore il tempo trascorso a parlare con il mio Vescovo. Continuerò a pregare per lui e per il nuovo Pastore che il Papa ci ha affidato: Mons. Piero Delbosco.
Un abbraccio, Elia.

lunedì 19 ottobre 2015

I Frati Cappuccini delle Marche ringraziano il nostro Gruppo

Carissimi fratelli e sorelle, oggi ho ricevuto questa lettera:
«Gent.mi amici del GRUPPO CVM CUNEO
Abbiamo toccato con mano la squisita generosità nell'offerta di euro 480,00, per l'acquisto di 12 KIT x MALARIA e 4 pecorelle, a favore dei bambini delle nostre missioni dell'Etiopia.
Vi ringraziamo di cuore!
L'offerta è in memoria del Caporal Maggiore Capo Scelto degli Alpini Giorgio Langella.
Il Signore gli conceda il riposo nella pace e la ricompensa per tutto il bene seminato in vita!
Cerchiamo nel nostro piccolo di essere quella goccia d'acqua pulita che pur piccola è importante nel contesto di un paese come l'Etiopia esposto spesso alle problematiche della fame. La nostra preghiera e quella dei missionari, vi accompagnino sempre.
Con tanta gratitudine!! 
Recanati 15 ottobre 2015
P. Francesco Pettinelli
Segretario missioni estere».
Carissimi fratelli e sorelle, questo è solo un piccolo passo per aiutare i bambini come avrebbe fatto Giorgio. Il Signore ama chi dona con gioia - dice San Paolo - e quindi noi non ci fermiamo perché abbiamo bisogno del nostro Dio.
Un abbraccio.
Andrea Elia Rovera
Fondatore del Gruppo Cvm Cuneo

martedì 13 ottobre 2015

Paolo Brosio accusa Papa Francesco di abbandonare i pellegrini di Medjugorje

Carissimi fratelli e sorelle, ho letto su un noto quotidiano che l'onnipresente Paolo Brosio ha avuto l'ardore di criticare una posizione del Santo Padre sulle presunte apparizioni di Medjugorje.
«Caro Papa Francesco, su Medjugorje stai sbagliando. “Ti hanno mentito, ti hanno detto una bugia per gettare discredito su un luogo di culto dove al primo posto ci sono confessione e Santa Messa, Rosario e digiuno”. Sono le parole che il devotissimo Paolo Brosio, giornalista e conduttore, rivolge a Bergoglio in una lettera pubblicata su Intelligo News. La svolta religiosa di Brosio è avvenuta proprio a Medjugorje, e ora il conduttore non si dà pace all’idea che Papa Francesco abbia deciso di “abbandonare i pellegrini”». (Fonte: Huffington Post)
Come chi mi conosce sa io non sono mai stato a Medjugorje e, finché la Santa Sede non darà un parere ufficiale, non ci andrò.
Non diffondo i presunti messaggi della Vergine e non mi affido ai pareri dei sedicenti veggenti.
Il Gruppo Cvm Cuneo, che intende sottomettersi alla Chiesa, al Papa e ai Vescovi, pertanto non ha nulla a che vedere con Medjugorje.
Carissimi fratelli e sorelle, scusate questa lettera ma non posso tacere di fronte all'arroganza di Paolo Brosio che si permette di giudicare la posizione del Santo Padre.
Andrea Elia Rovera
Fondatore del Gruppo Cvm Cuneo
gruppocvm_cuneo@yahoo.it

Impegno Missionario in memoria del CMCS Giorgio Langella

Carissimi fratelli e sorelle, vengo a voi con questa lettera per parlarvi dell'impegno missionario del nostro Gruppo Cvm Cuneo.
Mi ha molto colpito la frase evangelica che i Frati Minori Cappuccini hanno scelto come "motto" per il loro Centro Missionario: “Andate in tutto il mondo ed annunciate il vangelo ad ogni creatura”. (Marco 16, 15)
Gesù, infatti, non si accontentava di evangelizzare, convertire e redimere il popolo della Palestina ma voleva ardentemente salvare ogni singolo figlio di Dio.
Dodici secoli dopo Francesco di Assisi ha preso alla lettera questo passo evangelico ed ha iniziato a mandare Frati in tutto il mondo per annunciare la salvezza di Cristo.
I Frati Minori Cappuccini da sempre servono la Chiesa in ogni luogo con grande zelo missionario e con impareggiabile carità. Per questi motivi, in qualità di responsabile del Gruppo di Preghiera "Cristo vive in me", ho deciso di sostenere le missioni dei Frati Cappuccini.
Lo faccio in memoria del Caporal Maggiore Capo Scelto degli Alpini Giorgio Langella, Caduto il 26 settembre 2006 in terra afghana dove era impegnato in una Missione Internazionale di Pace.
Giorgio, prima di subire l'attentato, era conosciuto da tutti come l'Angelo dei Bambini perché trascorreva tutto il suo tempo libero a portare sollievo ai piccoli terrorizzati dalla guerra.
Dopo la morte di questo eccellente soldato la moglie ha voluto comprare una macchina salvavita per bambini che ha donato all'Ospedale Pediatrico "Bambin Gesù" di Roma.
A conclusione di questa mia desidero comunicarvi che oggi ho effettuato un versamento postale di €uro 480,00 di cui:
€uro 360,00 per l'acquisto di 12 kit per curare i bambini affetti da malaria ed €uro 120,00 per l'acquisto di 4 pecorelle per garantire latte, lana e assicurazione sanitaria per i bambini delle missioni cappuccine.
Carissimi fratelli e sorelle, nel salutarvi con affetto, vi garantisco il mio ricordo nella preghiera.
In Gesù e Maria!
Andrea Elia Rovera
Fondatore del Gruppo Cvm Cuneo
gruppocvm_cuneo@yahoo.it

venerdì 11 settembre 2015

Sant'Andrea Avellino e la salute delle anime

Carissimi fratelli e sorelle, oggi voglio parlarvi di un santo che è diventato tale grazie alla sua condotta di vita improntata sul Vangelo. Il nome di questo santo - di cui vi ho già parlato - è Andrea Avellino, Chierico Regolare Teatino.
«Per poter degnamente ammirare lo zelo di Andrea, di cui diede egli un saggio nella sua età giovanile, bisognerebbe rinnovasse quel prodigio, che operò dopo la sua morte, quando si mostrò tutto ricoperto di gloria, con una gran fiamma sfavillante di lucidissimi splendori, che gli uscivano dal petto, in prova di quel gran fuoco d'amore verso delle anime, di cui ardeva in questa vita. Ma se non ripete ora tali prodigi in argomento del suo zelo, le sue stesse proteste ne sono una chiara prova. Con uno spirito fervoroso e ingenuo soleva dire: "La speranza di poter giovare alle anime e d'assicurarle del paradiso esser il miele, che radolciva le amarezze della sua vita sempre travagliosa e stentata; stimarsi indegno del nome di servo di Dio, se non desiderasse con tutto l'ardore di spargere il sangue per la salute del prossimo, e se di questa grazia era immeritevole perché peccatore, bramava almeno di spargere continui e copiosi autori, non risparmiando qualunque fatica ed incomodo; non cercare da Dio altro premio di queste sue fatiche, che anime; sentire egli tale desiderio di convertir anime, quale il sentì il divin Redentore nella conversione della Samaritana, unica meta di tutti i pensieri ed azioni sue; insomma, essere egli prontissimo anche per un'anima sola a sacrificare la propria vita".
Questi suoi detti sono comprovati da fatti innumerevoli, che dimostrano come il cuor suo ardesse di quel fuoco di carità, che non dice mai basta, non saziandosi mai di fatiche e di patimenti per la salute delle anime. Infatti egli era di continuo in moto a rintracciar le pecorelle di Cristo smarrite, o a condurre a' pascoli più sostanziosi le pecorelle fedeli, e per questo motivo lasciava spessissime volte di prendere il necessario nutrimento e vegliava le intere notti». (Padre Gaetano Maria Magenis, Sacerdote dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini, "Vita di sant'Andrea Avellino, Chierico Regolare Teatino" - volume primo - Collana di Vite di Santi, Anno XX, Dispensa 119, Pagine 22 e 23, Monza 1870)
Il nostro amato sant'Andrea iniziò a vivere in stato di caritatevole immolazione sin dalla giovinezza perché un tempo nelle famiglie si esortavano i bimbi a desiderare con amore la santità.
Ai giorni nostri, purtroppo, molti bambini non vengono neppure mandati al Catechismo per cui arrivano alla maggior età ignoranti di Cristo. Come si può permettere che la società si secolarizzi così tanto?
Carissimi fratelli e sorelle, mettiamoci con umiltà alla scuola dei Teatini per imparare a cercare prima di tutto il Regno di Dio e la sua Giustizia.
Un abbraccio, Elia

sabato 5 settembre 2015

Restiamo saldi nella speranza del Vangelo

Carissimi fratelli e sorelle, la Chiesa Cattolica nell'odierna liturgia ci chiede di fermarci un momento a riflettere sulla Lettera ai Colossesi di San Paolo Apostolo.
«Fratelli, un tempo anche voi eravate stranieri e nemici, con la mente intenta alle opere cattive; ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui; purché restiate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunciato in tutta la creazione che è sotto il cielo, e del quale io, Paolo, sono diventato ministro». (Colossesi 1 ,21-23)
Paolo ci dice che, una volta conosciuto Cristo, non possiamo più avere la mente piena di odio e di disprezzo per il prossimo.
Gesù è morto per portarci al Padre candidi come la neve. Lo ha fatto cancellando il nostro peccato con l'effusione del Suo Sangue.
Cosa dobbiamo fare noi per poterci presentare in modo degno dinanzi al Padre?
Una cosa che possiamo - dobbiamo - fare è quella di leggere e meditare (magari con la Lectio Divina) il Vangelo che ogni giorno la Chiesa Cattolica ci propone. Lì troveremo spunti e suggerimenti per vivere da veri Cristiani alla sequela di Gesù.
Qualcuno potrà dire è una cosa difficile ed io gli dico che ha ragione ma da quando in qua le cose belle non costano un po' di sacrificio?
Carissimi fratelli e sorelle, spero che questa mia riflessione vi possa essere utile per vivere con maggiore gioia la bellezza dell'essere figli di Dio.
Un abbraccio, Elia

martedì 1 settembre 2015

La fanciullezza di sant'Andrea Avellino

Carissimi fratelli e sorelle, con questa riflessione inizia un percorso sulla Spiritualità Teatina che ci permetterà di avanzare nel nostro cammino di santità.
Oggi inizio col parlarvi di sant'Andrea Avellino. Di lui dovete assolutamente sapere che «Ancora di tenerissima età dimostrò Andrea una grande inclinazione alle opere di pietà e in modo particolare una gran divozione alla santissima Vergine: ne recitava ogni giorno in ginocchio il santo e ne venerava con piccoli, ma distinti ossequj, le immagini disposte sopra altarini da lui costrutti.
Allorché vedeva gli altri fanciulli di sua età trastullarsi in giuochi puerili, egli, con sentimenti più assennati, giudicando que' trattamenti leggierezze e vanità, si ritirava o in chiesa o in casa innanzi ai suoi altarini, ed ivi con preghiere e con sospiri faceva la sua conversazione con Dio e colla santissima sua Madre.
Consolatissimo l'arciprete di Castronuovo, suo zio, di vedere nel nipote un'indole inclinata alla pietà, pensò di fargli apprendere di buon'ora, insieme co' primi rudimenti della grammatica, le notizie della santa fede, di cui il buon giovinetto s'impossessó sì bene, che in quella tenera età fu destinato per maestro agli altri fanciulli.
E qui incominciò a consecrare la sua puerizia alla salute delle anime, nel qual santo servizio egli consumó poi la lunga sua vita.
Compiuto il corso grammaticale fu mandato a Senise, terra poche miglia distante da Castronuovo, per applicarsi all'acquisto delle belle lettere; dov'egli però, bramoso di adornarsi più di sante virtù, che di scienze, volle che le sue prime diligenze si dedicassero in modo particolare alla divozione.
Quindi la mattina sbrigatosi di buon'ora dal sonno, ai doveri della scuola faceva sempre precedere la santa orazione in casa, e l'ascoltatore la Santa Messa in chiesa; come pure terminato lo studio si ridonava ad altri esercizi divoti, e declinando le conversazioni oziose de' compagni voleva ricevere tutto il suo sollievo dal trattar solo con Dio.
Bell'esempio alla gioventù studiosa de' nostri tempi, la quale per lo più trascurando la vera scienza della salute, pensa unicamente al possedimento di quelle cognizioni, che d'ordinario hanno per termine la vanità e la superbia!». (Padre Gaetano Maria Magenis, Sacerdote dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini, "Vita di sant'Andrea Avellino, Chierico Regolare Teatino" - volume primo - Collana di Vite di Santi, Anno XX, Dispensa 119, Pagine 8, 9, 10, Monza 1870)
Carissimi fratelli e sorelle, la santità è per tutti ma, soprattutto, consiste nelle piccole cose come, ad esempio, recitare in ginocchio il Santo Rosario di fronte ad un altarino "fai da te". Cerchiamo di prendere esempio da questo santo. Non potrà che farci del bene.
Un abbraccio, Elia.

lunedì 24 agosto 2015

La nostra devozione all'Immacolata sulle orme di Padre Kolbe

Carissimi fratelli e sorelle, come si evince dal nostro stemma, come si legge nel nostro Statuto, come vi ho più volte detto, il nostro Gruppo Cvm Cuneo è figlio spirituale di San Massimiliano Maria Kolbe di cui cerca di imitare le virtù e l'amore all'Immacolata.
Un modo per far conoscere e amare di più l'Immacolata è quello di indossare e diffondere la Medaglia Miracolosa.
Un modello gigante di apostolo dell'Immacolata e della Medaglia miracolosa fu indubbiamente S. Massimiliano Maria Kolbe. Egli potrebbe anche essere chiamato il Santo della Medaglia miracolosa. Basti pensare il suo grande movimento mariano a raggio mondiale, la Milizia dell'Immacolata, contrassegnato dalla Medaglia miracolosa, che tutti i suoi membri hanno l'obbligo di portare indosso come distintivo.
"La Medaglia miracolosa - diceva il Santo - è il segno esteriore della consacrazione all'Immacolata". Non solo, ma la Medaglia miracolosa è il primo mezzo di apostolato dei militi dell'Immacolata debbono diffonderla ovunque e comunque. "La Medaglia miracolosa deve costituire un mezzo di prim'ordine nella conversione e santificazione degli altri, perché essa ci ricorda di pregare per chi non ricorre a Maria, non la conosce e la bestemmia". Il Santo diceva che le Medaglie miracolose sono come i "proiettili", le "munizioni", le "mine"; esse hanno un potenziale misterioso, capace di far breccia nei cuori murati, negli animi ostinati, nelle volontà indurite e incatenate al peccato. Una medaglina può essere un raggio laser che brucia, penetra e risana. Può essere un richiamo di grazia, una presenza di grazia, una polla di grazia. In tutti i casi, per ogni persona, illimitatamente.
Per questo San Massimiliano portava sempre con sé le medagline, le dava a chiunque poteva, le collocava dappertutto, sui banchi dei negozianti, sui treni, sulle navi, nelle sale d'aspetto. "Bisogna distribuire la Medaglia miracolosa ovunque è possibile ai fanciulli..., ai vecchi e, soprattutto, ai giovani, perché sotto la protezione di Maria abbiano la forza sufficiente per resistere alle innumerevoli tentazioni e pericoli che oggi li insidiano. Anche coloro che non entrano mai in chiesa, che hanno paura della confessione, si fanno beffe delle pratiche religiose, ridono delle verità della fede, sono immersi nel fango dell'immoralità...: a tutti costoro bisogna assolutamente offrire la Medaglia dell'Immacolata e sollecitarli perché la portino volentieri, e, contemporaneamente, pregare con fervore l'Immacolata per la loro conversione". Personalmente, San Massimiliano non iniziava nessuna impresa anche materiale senza affidarsi alla Medaglia miracolosa.
Così, quando egli si trovò nella necessità di procurare un terreno più ampio per costruire la Città dell'Immacolata (Niepokalanow), appena adocchiato un terreno adatto, per prima cosa vi buttò delle Medagline miracolose, poi vi portò e collocò una statuetta dell'Immacolata. Per un intoppo imprevisto, sembrò che la cosa naufragasse; ma quasi d'incanto, alla fine, tutto si risolse con la completa donazione del terreno a San Massimiliano. Alla scuola di questo Santo mariano dei nostri tempi dobbiamo imparare anche noi a muoverci armati di questi "proiettili". L'Immacolata voglia che noi contribuiamo efficacemente all'attuazione di quella che era una vivissima speranza di San Massimiliano, e cioè che "col tempo non vi sarà un anima che non indossi la Medaglia miracolosa".
Carissimi fratelli e sorelle, nel Mese di Ottobre organizzeró un pomeriggio di ritiro nel quale approfondiremo questo tema e nel quale, chi vorrà, riceverà l'imposizione della Medaglia Miracolosa come segno di devozione filiale all'Immacolata. Spero verrete in molti.
Un abbraccio, Elia.

domenica 23 agosto 2015

Signore, da chi andremo?

Carissimi fratelli e sorelle, nella liturgia di oggi la Chiesa Cattolica ci chiede di riflettere su un bellissimo brano del Vangelo di Giovanni:
"In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio»". (Giovanni 6, 60-69)
Per meglio comprendere questa Parola ho meditato su un commento scritto dai Frati Carmelitani dell'Antica Osservanza che vi propongo di seguito:
«Questo brano di Giovanni mi mette di fronte a una grande lotta, a un combattimento corpo a corpo tra lo Spirito e la carne, tra la sapienza di Dio e l'intelligenza umana, tra la Parola e i ragionamenti della mente, tra Gesù e il mondo. 
Capisco bene che Giobbe aveva ragione, quando diceva che la vita dell'uomo sulla terra è tempo di tentazione, è una milizia (Giobbe 7, 1), perché sperimento anch'io che il maligno tenta di scoraggiarmi, facendomi dubitare delle promesse divine e spingendomi ad allontanarmi da Gesù. Mi vorrebbe mandare via, tenta in tutti i modi di indurirmi il cuore, di chiudermi, di spezzare la mia fede, il mio amore. Lo sento, come un leone ruggente che va in giro, cercando chi divorare (1 Pietro 5, 8), come tentatore, divisore, accusatore, come schernitore beffardo che ripete continuamente: "Dov'è la promessa della sua venuta?" (2 Pietro 3, 3s). 
Io so che solo con le armi della fede posso vincere (Efesini 6, 10-20; 2 Corinzi 10, 3-5), solo con la forza che mi viene dalle Parole stesse di mio Padre; per questo io le scelgo, le amo, le studio, le scruto, le imparo a memoria, le ripeto e dico: "Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia!" (Salmo 26, 3).
La comparsa di Simon Pietro, alla fine di questo brano, è come una perla incastonata su un gioiello prezioso, perché è proprio lui che ci grida la verità, la luce, la salvezza, attraverso la sua confessione di fede. Raccolgo, dai Vangeli, altri passi, altre confessioni di fede, che aiutino la mia incredulità, perché anch'io voglio credere e poi conoscere, voglio credere e avere stabilità (Isaia 7, 9): Matteo 16, 16; Marco 8, 29; Luca 9, 20; Giovanni 11, 27».
Carissimi fratelli e sorelle, su internet si trovano molti commenti al Vangelo ma io ho voluto scegliere quello dei Carmelitani perché loro - come noi - sono innamorati della Beata Vergine Maria.
Nella speranza che questa riflessione possa esservi utile vi auguro buona domenica e buona settimana.
Andrea Elia Rovera

mercoledì 19 agosto 2015

Iscrizione al Gruppo Cvm Cuneo

Carissimi fratelli e sorelle, vorrei ricordarvi che per dirsi membri del Gruppo Cvm Cuneo bisogna compilare l'apposito Modulo d'Iscrizione.
Nello Statuto, infatti, si dice che: «Si diventa membri del Gruppo di Preghiera "Cristo vive in me" condividendone il cammino e fornendo il proprio nome ai Coordinatori, come segno della volontà pubblica di rendere questo servizio a Maria Santissima, alla Chiesa Cattolica e al Papa». (Articolo 2)
Chi non compie questo passo non può in alcun modo dirsi membro del Gruppo Cvm Cuneo.
Con la presente, tra l'altro, approfitto per dire che ad oggi l'unico coordinatore del Gruppo Cvm Cuneo è il suo fondatore Andrea Elia Rovera. Nessun altro coordina o gestisce le iniziative del gruppo.
Carissimi fratelli e sorelle, prima di lasciarvi vi chiedo di recitare una Salve Regina per il Santo Padre Francesco che ci chiede sempre di pregare per lui.
Un abbraccio, Elia.

domenica 16 agosto 2015

Usciamo dall'ambiguitá

Carissimi fratelli e sorelle, se vogliamo che il nostro cammino di Gruppo di Preghiera sia autentico dobbiamo uscire dall'ambiguitá di vita.
Un grande gesuita a questo proposito scrisse: "Ogni giorno sei colpito, quasi bombardato da slogan, riviste, programmi radio televisivi, cinema, colleghi di studio, di lavoro che ti promettono con assoluta sicurezza «sarai contento quando sfogherai i tuoi istinti, divertiti e scapricciati godendo in tutti i sensi la tua giovinezza; liberati da ogni tabù, spassandotela finché puoi cogliendo ogni occasione per avere dei piaceri».
Leggi il Vangelo e senti un discorso strano: si è felici dice Gesù - quando si domina se stessi raggiungendo la purezza del cuore anche a costo di sacrifici (cfr. Matteo 5. 8).
Il primato dello spirito sulla materia è un vero segreto di impagabile gioia.
Sarai felice anche se a te ragazza sembrerà di non realizzarti, perdendo quel ragazzo che ami perché non l'accontenti, soffrendo perché gli anni passano in una attesa che sembrerebbe inutile.
Sarai felice anche se tu ragazzo non sarai capito nel tuo impegno di purezza e il tuo sforzo sarà irriso dai tuoi stessi amici.
Sono due prospettive, due tesi opposte: quale la vera? Quale comportamento placa il tuo animo assetato di gioia?". (Padre Giorgio Bettan, S.J., "La gioia del dono di sé")
Carissimi fratelli e sorelle, se vogliamo stare nella Chiesa Cattolica dobbiamo comportarci da figli di Dio e dobbiamo seguire il cammino propostoci da Gesù nel Vangelo.
Questa riflessione meditiamola durante la settimana... ci farà bene.
Un abbraccio.
Andrea Elia Rovera

mercoledì 12 agosto 2015

Il potere della preghiera

Carissimi fratelli e sorelle, in questi giorni ci hanno chiesto preghiera per la signora Caterina che era ricoverata in ospedale per del sospetto liquido addominale.
La signora è tornata a casa e sta bene.
Ieri un mio amico mi ha chiesto di pregare per suo padre che questa mattina doveva subire un intervento chirurgico molto serio.
Oggi il mio amico mi ha scritto: "Ciao! le preghiere sono state ascoltate, mio padre ha passato l'operazione. Ora resta in prognosi riservata ma dovrebbe essere fuori pericolo! Grazie di cuore!
I chirurghi si sono espressi. L'intervento è stato più lungo e complesso del previsto  ma tutto è andato bene e se non ci sono complicazioni dovrebbe risolversi bene!".
Carissimi fratelli e sorelle, mi sono rivolto all'Immacolata e ho chiesto a San Massimiliano Maria Kolbe di intercedere per questi due casi di persone sofferenti. So che voi avete fatto lo stesso e la Provvidenza non si è fatta attendere.
Di cuore vi ringrazio tutti e vi abbraccio.
Andrea Elia Rovera

domenica 12 luglio 2015

In che Dio crediamo?

Carissimi fratelli e sorelle, in questo periodo sto leggendo e meditando un libro sulla Santissima Trinità per conoscere ed approfondire uno dei misteri più grandi della nostra Fede Cattolica.
Nella mia meditazione di stamattina mi sono soffermato su un bellissimo pensiero che voglio condividere con voi:
"Noi crediamo in un Dio che si è fatto piccolo, abbandonato per noi, in un Dio che non vuole farci paura, ma si mostra a noi con la tenerezza e la debolezza dell'infinito amore. È questo il Dio della Croce: il Dio della carità senza fine...
È la Risurrezione a illuminare la Croce di eternità, per dirci che la storia che in essa si è consumata non si è chiusa nel passato, ma continuerà a scriversi in tutte le storie del dolore del mondo, che oseranno aprirsi al dono della vita, accogliendo lo Spirito consegnato da Gesù nell'ora della Croce e a Lui restituito nell'ora di Pasqua.
Questo Spirito è ormai donato dal Risorto come Spirito di risurrezione e di vita". (Antonio Marangon, Rinaldo Fabris, Romano Penna, Trinità - Storia eterna dell'amore, Jesus - Periodici San Paolo)
Carissimi fratelli e sorelle, da queste poche righe che vi ho riportato si evince che il Cristianesimo è la religione dell'Amore con la "a" maiuscola. I teologi, nella loro dissertazione, ci fanno capire che l'effusione del Preziosissimo Sangue di Gesù è avvenuta sulla Croce ma è iniziata nel momento in cui il Padre ha donato il Figlio all'umanità mediante lo Spirito Santo.
Dio, per tenerci lontano dal male, si è fatto piccolo, si è reso indifeso, è diventato umano. Per amor nostro si è fatto arrestare, picchiare, sbeffeggiare, ... Per amore si è fatto inchiodare ad una Croce affinché il Suo Sangue ci riscattasse dal peccato e dalla morte.
Io credo in un Dio che è morto per me e che ogni giorno, sugli altari di tutto il mondo, continua ad immolarsi per la mia salvezza. E voi, in che Dio credete?
Vi saluto e con affetto vi abbraccio.
Andrea Elia Rovera

mercoledì 8 luglio 2015

Novena alla Madonna del Carmelo

Carissimi fratelli e sorelle, oggi inizia la Novena in preparazione alla festa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo di cui San Giovanni Paolo II era molto devoto.
Quest'anno ho pensato che noi del Gruppo Cvm Cuneo potremmo recitarla per la salute e le intenzioni di Papa Francesco che chiede sempre di pregare per lui.

Il testo ufficiale che useremo per questi nove giorni è stato preparato dai Frati Carmelitani Scalzi della Lombardia ed è il seguente:

O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto, Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

1. O Vergine Maria, che in mille modi dimostri la tua missione di mediatrice di ogni grazia, e che nel Santo Scapolare Ti compiaci di manifestare ai tuoi devoti una speciale protezione materna: fà che portando questo segno di predilezione ci dimostriamo veri tuoi figli.
Ave Maria.

2. O Regina del Carmelo, che nel santo Scapolare col segno di protezione ci dai un richiamo alla modestia, alla mortificazione, alla Sotto la protezione di Maria troviamo rifugiopreghiera, alla consacrazione al tuo Cuore Immacolato: fà che sappiamo comprendere questo linguaggio, così da essere di esempio ai nostri fratelli e sperimentare il tuo potente patrocinio.
Ave Maria.

3. O Madre del Carmelo, che a quanti portano con fiducia il Santo Scapolare hai promesso aiuto nei pericoli, salvezza dall'inferno e una sollecita liberazione dal purgatorio: fà che anche noi siamo tra coloro che meritano tali favori e grazie, così da venire a lodarTi e ringraziarTi in Cielo.
Ave Maria.

O Vergine Maria, Madre e Regina del Carmelo, unita mirabilmente al mistero della Redenzione, Tu hai accolto e custodito nel cuore la Parola di Dio e hai perseverato con gli Apostoli in preghiera nell'attesa dello Spirito Santo.
In Te, come in una perfetta immagine, noi vediamo realizzato quello che desideriamo e speriamo di essere nella Chiesa.
Vergine Maria, mistica stella del Monte Carmelo, illuminaci e guidaci sulla via della perfetta carità; attiraci nella contemplazione del volto del Signore.
Veglia con amore su noi tuoi figli rivestiti del tuo Santo Scapolare, segno della tua protezione e risplendi sul nostro cammino, perché giungiamo alla vetta del monte che è Cristo Gesù, tuo Figlio e nostro Signore. Amen.

Carissimi fratelli e sorelle, non temiamo di pregare perché pur pregando tutto il giorno avremo pregato sempre poco. Il Signore Gesù ci chiede di pregare senza mai stancarci ma noi spesso non riusciamo manco a vegliare con Lui un'ora.
Proviamo, con questa novena, a sostenere il Santo Padre nella sua grande missione pastorale per la Chiesa e per il mondo.
Un abbraccio, Andrea Elia Rovera

martedì 23 giugno 2015

L'uomo non crea se stesso.

Carissimi fratelli e sorelle, questa mattina ho iniziato la meditazione dell'Enciclica "Laudato Si" di Papa Francesco.
Vi propongo il passo che mi ha più colpito:
"Papa Benedetto ci ha proposto di riconoscere che l’ambiente naturale è pieno di ferite prodotte dal nostro comportamento irresponsabile. Anche l’ambiente sociale ha le sue ferite. Ma tutte sono causate in fondo dal medesimo male, cioè dall’idea che non esistano verità indiscutibili che guidino la nostra vita, per cui la libertà umana non ha limiti. Si dimentica che «l’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura». (Discorso al Deutscher Bundestag, Berlino, 22 settembre 2011) 
Con paterna preoccupazione ci ha invitato a riconoscere che la creazione risulta compromessa «dove noi stessi siamo le ultime istanze, dove l’insieme è semplicemente proprietà nostra e lo consumiamo solo per noi stessi. E lo spreco della creazione inizia dove non riconosciamo più alcuna istanza sopra di noi, ma vediamo soltanto noi stessi» (Discorso al Clero della Diocesi di Bolzano-Bressanone, 06 agosto 2008)".
Carissimi fratelli e sorelle, se non rispettiamo il creato sbagliamo profondamente perché da esso prendiamo l'ossigeno per respirare, l'acqua per idratarci e il cibo per sostentarci. Le parole di Papa Benedetto, perciò, ci facciano diventare uomini e donne più attenti ai campanelli d'allarme che il pianeta ci lancia.
Un abbraccio, Elia.

mercoledì 10 giugno 2015

Medjugorje? No, grazie!

Carissimi fratelli e sorelle, come tutti sapete non mi sono mai espresso pubblicamente sulla questione di Medjugorje perché non sono un teologo, non sono un vescovo e non posso bypassare il Papa.
Oggi, però, voglio condividere con voi le bellissime parole che il Papa ha pronunciato poco dopo il suo ritorno da Sarajevo (fonte: Leggo.it): 
«Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?». E, ancora più chiaro: «Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più», perché «la Madonna non manda emissari».
Durante l’omelia della messa a Santa Marta, il Pontefice è tornato a parlare di veggenti e apparizioni. Senza menzionare direttamente Medjugorje, ma lasciandola “intravedere” nelle sue parole. E, soprattutto, eliminando quel barlume di “apertura” che, in passato era sembrato trapelare dalla Chiesa. 
«Siamo lì lì per prendere delle decisioni», ha detto papa Francesco, riferendosi a uno studio di anni eseguito dalla Congregazione - sembra essere stata anticipata anche dall’annullamento dell’incontro pubblico con la veggente di Medjugorje, Vicka Ivanovic, proprio per in attesa del verdetto.
Il Pontefice, nell’omelia ha criticato chi ha sempre bisogno «di novità dell’identità» e chi vuole trasformare il cristianesimo in una «bella idea». 
Non bisogna «annacquare» l’identità cristiana, ha affermato papa Francesco, si rischia di passare dalla «concretezza» della testimonianza di fede alla costruzione di una «religione un po’ soft, sull’aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c’è lo scandalo. Questa identità cristiana è scandalosa».
Carissimi fratelli e sorelle, a Medjugorje si è creato un mercato formato da 1) veggenti che girano il mondo per accontentare questo o quel movimento, 2) associazioni che operano con soldi provenienti da tutto il mondo, 3) negozi di souvenir, ecc... Gesù si ribellò al mercato del Tempio!
Papa Francesco, continuando l'opera iniziata da Benedetto XVI, ha chiarito finalmente la posizione della Chiesa Cattolica. Attendo con ansia il documento ufficiale nel quale il Vaticano dirà perché a Medjugorje è tutto falso.
Un abbraccio, Elia.

domenica 7 giugno 2015

Corpus Domini è preoccuparsi di chi non ha da mangiare

Carissimi fratelli e sorelle, questa mattina il nostro amato Santo Padre Francesco ha detto qualche parola sull'odierna Solennità del Corpus Domini. Ecco le sue parole: "La festa del Corpus Domini ispiri ed alimenti sempre più in ciascuno di noi il desiderio e l'impegno per una società accogliente e solidale.
L'odierna festa ci stimola a diventare, con la vita, imitatori di ciò che celebriamo nella liturgia.
Chi si nutre del Pane di Cristo non può restare indifferente dinanzi a quanti non hanno pane quotidiano. E' un problema sempre più grave, nonostante gli interventi della Comunità internazionale e di molte organizzazioni. Occorre pertanto individuare proposte e progetti precisi per risolverne le cause strutturali. 
Il Cristo, che ci nutre sotto le specie consacrate del pane e del vino, è lo stesso che ci viene incontro negli avvenimenti quotidiani.
È nel povero che tende la mano, è nel sofferente che implora aiuto, è nel fratello che domanda la nostra disponibilità e aspetta la nostra accoglienza. È in ogni essere umano, anche il più piccolo e indifeso". (Papa Francesco, 07 giugno 2015)
Carissimi fratelli e sorelle, quando ho letto queste parole mi son detto: il Papa parla a noi del Gruppo Cvm Cuneo.
Quello che stiamo facendo per la Repubblica Centrafricana è poco, lo so, ma è segno e testimonianza che Cristo non abbandona chi è nel bisogno, nel dolore e nell'indigenza.
Continuiamo a raccogliere tutto quello che possiamo per aiutare i bambini della Missione di Padre Aurelio ad avere un futuro migliore e sereno.
Un abbraccio, Elia.

sabato 6 giugno 2015

I Sacerdoti e i Religiosi indossino l'abito del loro Istituto

Carissimi fratelli e sorelle, quest'oggi voglio parlarvi nuovamente dell'abito religioso per Sacerdoti e Religiosi. In questi giorni mi è di nuovo capitato di vedere due giovani Sacerdoti vestiti in abiti civili e ricercati. Sinceramente questo mi ha fatto un po' strano visto che per me il Sacerdote è messaggero di Dio per le strade del mondo.
Papa Benedetto XVI nel 2010, parlando ai Sacerdoti, disse: «Il sacerdote non è semplicemente il detentore di un ufficio, come quelli di cui ogni società ha bisogno affinché in essa possano essere adempiute certe funzioni. Egli invece fa qualcosa che nessun essere umano può fare da sé: pronuncia in nome di Cristo la parola dell’assoluzione dai nostri peccati e cambia così, a partire da Dio, la situazione della nostra vita. Pronuncia sulle offerte del pane e del vino le parole di ringraziamento di Cristo che sono parole di transustanziazione – parole che rendono presente Lui stesso, il Risorto, il suo Corpo e suo Sangue, e trasformano così gli elementi del mondo: parole che spalancano il mondo a Dio e lo congiungono a Lui. Il sacerdozio è quindi non semplicemente «ufficio», ma sacramento: Dio si serve di un povero uomo al fine di essere, attraverso lui, presente per gli uomini e di agire in loro favore. Questa audacia di Dio, che ad esseri umani affida se stesso; che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua – questa audacia di Dio è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola «sacerdozio». Che Dio ci ritenga capaci di questo». (Papa Benedetto XVI, 11 giugno 2010, Festa del Sacro Cuore di Gesù)
Carissimi fratelli e sorelle, aiutiamo i Sacerdoti, preghiamo per loro, offriamoci di fare dei servizi gratuiti per la Parrocchia ma, per favore, esortiamoli ad indossare l'abito dell'istituto a cui appartengono perché è vero che l'abito non fa il monaco ma è altrettanto vero che l'abito gli ricorda chi è e qual è la sua missione.
Un abbraccio, Elia.

venerdì 29 maggio 2015

Abbiamo ricevuto la benedizione del Vescovo

Carissimi fratelli e sorelle, qualche giorno fa ho scritto al Vescovo di Cuneo e Fossano per informarlo del percorso che sta compiendo il nostro Gruppo di Preghiera "Cristo vive in me" (Gruppo Cvm Cuneo).
Questa mattina mi è arrivata la risposta.
28 maggio 2015
Carissimo Andrea Elia, ho letto con piacere la tua lettera. 
Mi congratulo sia per il gruppo di preghiera e sia per la vostra iniziativa missionaria.
Preghiera e missione danno senso e respiro alla nostra pace e vita cristiana.
Insieme a un cordiale saluto a te, a mamma e a tutto il gruppo, invoco la benedizione del Signore sulla tua famiglia e sugli amici.
Con stima i miei saluti sinceri.
+ Giuseppe Cavallotto
Vescovo di Cuneo e Fossano
Nella mia lettera chiesi a Monsignore di benedire il Gruppo (Massimiliano, Paoletta, Loredana, Camillo) e gli amici (Anna Maria, Rita e la loro mamma). La benedizione del mio amato vescovo è arrivata e sono certo che la gioia di chi la riceve sia grande.
Carissimi fratelli e sorelle, prima di congedarmi da voi, vi chiedo la cortesia di pregare per la salute e le intenzioni di mons. Giuseppe Cavallotto. Grazie!
Un abbraccio, Elia.

domenica 24 maggio 2015

Diciamo con forza #Noallamafia

Carissimi fratelli e sorelle, quest'oggi ho seguito con molta attenzione le celebrazioni per il 23esimo anniversario della strage di Capaci nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta.
A Palermo questa mattina c'erano più di 40mila giovani che, con la loro presenza, hanno voluto dire no alla mafia.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella era presente e, nel suo lungo discorso, ha detto che "I nomi, i volti, gli esempi di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino sono indissolubilmente legati dal comune impegno e dai valori che hanno testimoniato e dalla coraggiosa battaglia, per legalità e democrazia, che hanno combattuto, affidando a tutti noi il compito di proseguirla".
Come Italiano e come Cattolico sento il dovere di dire il mio No alla mafia ma soprattutto voglio ricordare con affetto tutti i miei amici siciliani che, ogni giorno, onestamente, si ribellano al sistema omertoso della loro terra per costruire una Sicilia più equa, onesta e democratica.
Carissimi fratelli e sorelle, tra questi eroi dei giorni nostri c'è il mio amico Orazio che, figlio di Carabiniere, crede nella legalità, nell'onestà e nell'amicizia come strumento di redenzione della sua terra.
Per favore, nelle vostre preghiere, ricordatevi anche di lui e della sua famiglia perché Gesù ci chiede di "beatificare" gli operatori di pace e di giustizia.
Un abbraccio, Elia.

venerdì 22 maggio 2015

Riflessione sul peccato

Dal Vangelo secondo Giovanni - Capitolo 8, versetti 21-36
"Di nuovo disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire". Dicevano allora i Giudei: "Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?". E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati". 
Gli dissero allora: "Tu, chi sei?". Gesù disse loro: "Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo". Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite". A queste sue parole, molti credettero in lui.Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: "Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Gli risposero: "Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: "Diventerete liberi"?". Gesù rispose loro: "In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero".
Carissimi fratelli e sorelle, questo brano evangelico mi ha colpito in modo particolare per la grandezza del messaggio di Gesù. 
In un breve "botta e risposta" con i suoi interlocutori Gesù dice che solo in Lui c'è vera libertà e lo fa capire dicendo: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Da queste poche e semplici parole capiamo che dobbiamo leggere la Bibbia per conoscere la Parola. Come possiamo, infatti, essere fedeli a ciò che non conosciamo?
Il Concilio Ecumenico Vaticano II con la "Dei Verbum" ci ha esortati a leggere con assiduità la Parola del Signore perché l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo. Soprattutto, poi, nella Bibbia ci viene indicato il peccato ed il modo per evitarlo.
Gesù ci vuole discepoli (in cammino verso la santità) e i discepoli non possono peccare perché "chiunque commette peccato è schiavo del peccato".
Carissimi fratelli e sorelle, se vogliamo fare un cammino di autentica santificazione non possiamo cedere al peccato perché il peccato avvicina a Satana ed al suo regno malefico. Siete d'accordo? 
Nella speranza che questa mia riflessione vi possa essere d'aiuto vi saluto caramente.
Un abbraccio, Elia.

mercoledì 20 maggio 2015

La Sindone raccontata da Paolo Barosso

Carissimi fratelli e sorelle, quest'oggi ho letto un bellissimo articolo di Paolo Barosso sulla Sindone che mi ha fatto apprendere cose che non conoscevo.
Qui di seguito vi riporto il citato articolo nella speranza che vi faccia il bene che ha fatto a me.
"La Sindone, dal greco sindon, secondo la tradizione il lenzuolo che avvolse il corpo di Cristo dopo la deposizione dalla croce, è considerata da secoli la reliquia più importante della Cristianità. Per chi crede nell’autenticità del Sacro Lino, La Sindone appartiene al novero delle immagini acheropite, non disegnate da mano umana, ma prodottesi per effetto d’una forza soprannaturale. A questa categoria appartengono anche il Mandylion di Edessa, dal greco fazzoletto o asciugamano, che recava l’impronta del volto di Cristo, il velo della Veronica (da alcuni identificato con il Volto Santo di Manoppello in Abruzzo), e il Sudario di Oviedo, che sarebbe stato utilizzato per fasciare la testa di Gesù e che mostrerebbe, secondo recenti studi, parecchi punti di contatto con il volto sindonico. 
Il Mandylion, custodito per secoli a Bisanzio, assume rilevanza perché lo studioso Ian Wilson, in contrasto con la tradizione (che vede nell’impronta il volto di Gesù da vivo), lo identifica con la Sindone torinese, basandosi sulle fonti che descrivono una particolare modalità di conservazione del telo di Edessa ripiegato in otto parti (tetradiplòn). Tale ripiegatura sembra incoerente con le dimensioni del Mandylion che, stando alla tradizione, era un semplice fazzoletto. Dunque è verosimile immaginare, secondo Wilson, che il Mandylion non fosse altro che il telo sindonico, piegato in otto parti in maniera tale da rendere visibile solo l’impronta del volto di Gesù. Sul punto, comunque, non vi è certezza perché le vicende della Sindone antecedenti la sua comparsa in Europa, a metà del XIV secolo, sono ricostruibili in modo frammentario ed ipotetico. 
Il rapporto tra la Sindone e Casa Savoia affonda le radici nel 1453 quando la nobildonna francese Margherita di Charny, ospite alla corte di Chambéry, ne fece dono ad Anna di Lusignano, figlia del re di Cipro, forse in cambio della riabilitazione di un cugino, François Varembon, condannato dal duca di Savoia alla confisca dei beni e all’esilio. Alla morte di Anna di Cipro, moglie di Ludovico di Savoia, la Sindone passò al marito, e da questi ai suoi discendenti, rimanendo poi alla casata sino a re Umberto II. Secondo la ricostruzione più attendibile, la Sindone sarebbe stata custodita per secoli a Bisanzio, dove al principio del Duecento un cronista franco, Robert de Clari, testimoniò di averla veduta nel monastero delle Blacherne. È probabile che nel sacco di Bisanzio del 1204 la Sindone, insieme con altre reliquie, sia stata trafugata e portata in Occidente, dove compare nel 1353 nelle mani d’un cavaliere francese, Geoffrey di Charny, che fece costruire una chiesa a Lirey, nella Champagne affidando la custodia della reliquia ai canonici. Che la Sindone fosse in suo possesso è attestato da un medaglione votivo ritrovato a bordo Senna nel 1855 e databile verso il 1350, su cui sono incise le arme di Geoffrey di Charny e della moglie, Jeanne de Vergy, con un’immagine della Sindone. Uno Charny comparve anche sul rogo dei capi Templari a Parigi accanto al Gran Maestro dell’ordine, Jacques de Molay, condannato a morte per volere di Filippo il Bello, ed è facile ipotizzare un legame di parentela tra i due, soprattutto tenendo conto della fama acquisita in Terra Santa dai monaci del Tempio come procacciatori e autenticatori di reliquie. 
Il passaggio della Sindone ai Savoia fu per la dinastia un momento di grande importanza, soprattutto alla luce del ruolo che il culto delle reliquie acquisì nelle relazioni tra corti europee a cavallo di Cinque e Seicento. La devozione cristiana, per le dinastie regnanti, non era solo fonte di legittimazione del potere, ma anche modus vivendi et operandi, e il prestigio di una casata si considerava direttamente proporzionale sia al numero di santi e beati annoverabili tra gli antenati (non a caso Carlo Emanuele I promosse la causa di canonizzazione di Amedeo IX di Savoia), sia alla quantità e qualità delle reliquie possedute. 
Ne derivò un’affannosa ricerca di reliquie compiuta in giro per l’Europa da emissari di principi e regnanti, che le collezionavano riservando appositi spazi nelleWunderkammer, le camere della Meraviglie, allestite sin dal Cinquecento nelle corti occidentali radunando mirabilia, oggetti capaci di suscitare stupore, curiosa, reperti stravaganti e rari, e anche oggetti devozionali. In questo campo i Savoia godettero di un vantaggio competitivo rispetto ad altre dinastie, perché potevano esibire due tra le più importanti reliquie dell’Occidente cristiano: il corpo di San Maurizio, comandante della Legione Tebea martirizzato nel 286 d.C. ad Agaunum nel Vallese svizzero (dove più tardi si fondò la prestigiosa abbazia di Saint Maurice, luogo d’incoronazione dei re burgundi), ora custodito nel Duomo di Torino, e appunto la Sindone
La Sindone venne trasferita da Chambéry a Torino nel 1578, sia per allontanarla dalle minacce dei calvinisti iconoclasti di Ginevra, sia per avvicinarla alla corte, e qui (prima che si provvedesse a far costruire la celebre cappella guariniana) venne custodita per lungo tempo nel presbiterio della Cattedrale, in uno spazio appositamente allestito per consentire ai Savoia l’accesso diretto alla reliquia senza la mediazione rituale del clero. Ponendo la Sindone nel Duomo, ma isolandola dal contesto, si voleva evidenziare che la reliquia, pur appartenendo all’universo devozionale torinese e dei sudditi sabaudi (su richiesta di Carlo Emanuele I la festività della Sindone, limitata alla Savoia, venne estesa dal 1582 anche ai territori piemontesi), rimaneva di pertinenza della dinastia, segno del favore divino sulla Casata. 
I Savoia promossero il culto della Sindone anche all’estero, come strumento di celebrazione dinastica, sia attraverso la divulgazione di testi devozionali come la Sindon Evangelica, collage di scritti sulla reliquia tra cui spicca il poemetto Sindon di Filiberto Pingone, sia autorizzando la produzione di copie del telo sindonico, consacrate e date in omaggio a principi e potenti d’Europa. La pratica si basava su una visione quasi “materica” dell’energia insita nella reliquia, percepita come qualcosa di tangibile in grado di trasferirsi dall’originale alla copia. Sin dal Medioevo si manifestò una ricerca quasi ossessiva del contatto fisico con le reliquie di santi e martiri, come se l’energia mirabile (dynamis) di cui (anche secondo il diritto canonico) sono dotate potesse travasarsi, al semplice tocco, verso il corpo del fedele, producendo effetti terapeutici e protettivi, al confine tra sacralità e magismo. 
Si provvide quindi in più occasioni a produrre copie, spesso a grandezza naturale, della Sindone, sovrapponendo poi, durante le Ostensioni, la replica all’originale, in maniera tale che la copia, assorbendo in parte le proprietà magico-sacrali attribuite al telo, divenisse essa stessa reliquia per contatto. Il numero di riproduzioni era limitato, per timore che le energie si disperdessero, compromettendo il prestigio della Sindone, e di queste repliche si trovano esemplari in giro per l’Europa, persino in Québec e in Messico, territorio che appartenne agli Asburgo, noti collezionisti di reliquie". (Fonte: "Il Bicerin")
Carissimi fratelli e sorelle, se non siete ancora andati, quando visiterete la Santa Sindone, pregate anche un po' per me povero peccatore.
Un abbraccio, Andrea Elia Rovera.

martedì 19 maggio 2015

Chiediamo al Signore che mandi monache a Boves!

Carissimi fratelli e sorelle, da oggi martedì 19 maggio a mercoledì 27 maggio a nome del Gruppo di Preghiera "Cristo vive in me" di Cuneo vi chiedo di recitare una Novena al Sacro Cuore di Gesù per chiedere sante e buone vocazioni al Monastero delle Clarisse di Boves (provincia e Diocesi di Cuneo).
Per unirvi a noi in questo grande atto di carità recitare ogni giorno la seguente orazione:
I. O mio Gesù, che hai detto: «in verità vi dico, chiedete ed otterrete, cercate e tro­verete, picchiate e vi sarà aperto! », ecco che io picchio, io cerco, io chiedo sante e buone vocazioni al Monastero delle Clarisse di Boves
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.
Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.
II. O mio Gesù, che hai detto: «in veri­tà vi dico, qualunque cosa chiederete al Pa­dre mio, nel mio nome, Egli ve la concede­rà! », ecco che al Padre tuo, nel tuo nome, io chiedo sante e buone vocazioni al Monastero delle Clarisse di Boves
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.
Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.
III. O mio Gesù, che hai detto: «in ve­rità vi dico, passeranno il cielo e la terra, ma le mie parole mai! », ecco che appoggiato al­l'infallibilità delle tue sante parole io chiedo sante e buone vocazioni al Monastero delle Clarisse di Boves
Padre Nostro, Ave Maria, Gloria.
Sacro Cuore di Gesù, confido e spero in te.
Preghiera: O Sacro Cuore di Gesù, cui una cosa so­la è impossibile, cioé quella di non avere compassione degli infelici, abbi pietà di noi miseri peccatori, ed accordaci le grazie che ti domandiamo per mezzo dell'immacolato Cuore di Maria, tua e nostra tenera madre.
San Giuseppe, amico del Sacro Cuore di Ge­sù, prega per noi.
Salve Regina.
Carissimi fratelli e sorelle, grazie di cuore per tutto quello che farete. Sono certo che sarete molti.
Un abbraccio.
Andrea Elia Rovera

mercoledì 13 maggio 2015

Prima consegna dei tappi in plastica

Carissimi fratelli e sorelle, quest'oggi vi scrivo per dirvi che abbiamo consegnato i tappi raccolti in questo anno.
Pensavamo di venderli ad un centro di raccolta e di spedire il ricavato in Repubblica Centrafricana ma purtroppo non avendocela fatta il nostro Massimiliano, responsabile della raccolta, ha deciso di donare i tappi all'Associazione Casa do Menor Italia Onlus che opera in Brasile.
Il Sacerdote fondatore dell'associazione ci ha scritto una lettera di ringraziamento che vi riporto:
Cuneo, 17 aprile 2015
Oggetto: ringraziamento raccolta tappi.
Massimiliano, la ringrazio a nome di tutti i meninos di Padre Renato Chiera per il suo gesto, che in tutta la sua semplicità è per noi di grande aiuto.
Oggi, la Casa do Menor è una grande mamma che accoglie, recupera, dà vita a tanti bambini e giovani che hanno bisogno di casa, di famiglia, di amore. Questo è possibile grazie all'aiuto di tanti che, come Lei, ci aiutano con fedeltà. Questa opera di salvezza non la realizza la Casa do Menor, la stiamo realizzando insieme. Grazie a questa scelta di condivisione con i più esclusi, abbiamo la possibilità di costruire insieme un mondo migliore.
Grazie per il Suo sostegno, che ci permette di continuare la nostra opera di riscatto di tante vite.
Un caro saluto dal Brasile.
Pe Renato Chiera
Carissimi fratelli e sorelle, in qualità di fondatore del Gruppo Cvm Cuneo mi sembrava giusto riportarvi questa lettera per farvi vedere che quello che abbiamo raccolto lo abbiamo donato a chi si occupa di bambini.
Vi ringrazio di cuore e vi garantisco il mio ricordo nella preghiera del Santo Rosario.
Un abbraccio, Andrea Elia Rovera.

venerdì 8 maggio 2015

Siamo in linea con l'insegnamento dei santi

Carissimi fratelli e sorelle, questa mattina facendo la meditazione sono incappato in uno scritto di Don Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza, che dice: "Preparatevi ad essere apostoli di fede, di amore a Dio, al prossimo, alla Madonna, al Papa e alla Chiesa".
Appena ho letto queste parole mi son detto: "il Gruppo Cvm sembra fondato da Don Orione" visto che, quando redigevo lo Statuto, ho voluto che i membri si innamorassero di Dio, aiutassero il prossimo, amassero la Vergine Maria, il Romano Pontefice e la Chiesa Cattolica.
Devo confessarvi che ho sentito una grande pace interiore perché ho pensato che lo Spirito Santo mi ha guidato la mano durante la stesura dello Statuto del Gruppo. Senza saperlo ho deciso di fare un cammino spirituale simile a quello che Don Orione consigliava ai suoi figli spirituali. Che bello!
Carissimi fratelli e sorelle, il nostro Gruppo di Preghiera è piccolo e umile, non vuol essere una novità nella Chiesa Cattolica ma solo e soltanto un gruppo di battezzati che - nel Magistero - desidera far conoscere al mondo il Signore Gesù.
Prima di congedarmi vi chiedo di recitare un'Ave Maria per la guarigione fisica della signora Rosa, mamma di Padre Francesco, Servo dei Poveri.
Un abbraccio, Elia.